Quantcast
Channel: TuttoRicamo
Viewing all 127 articles
Browse latest View live

Aemilia Ars: video manuali

$
0
0
Ecco a voi una breve presentazione dell'ultimo nato dell'Associazione Culturale "I Merletti di Antonilla Cantelli" di Bologna ... per essere più precisi degli ultimi nati, perchè i video corsi sono due.
Il primo video corso della durata di 48 min. spiega i punti base dell'Aemila Ars e descrive la realizzazione  di due manufatti, una lavette e una rosa; mentre il secondo (dura 35 min.) descrive la realizzazione di un garofano. Ambedue i dvd contengono il disegno per realizzare i merletti e hanno sottotitoli in italiano e inglese.
Avendo un prezzo estremamente ragionevole li ho ordinati tutte e due. Appena arrivano vi faccio una recensione più completa! Intanto potete farvi una idea guardando il video di presentazione.

  • Videomanuali di Aemilia Ars, Vol.1 - Punti base, Lavette, Rosa. Nuova S1, Bologna 2013
  • Videomanuali di Aemilia Ars, Vol.2 - Punti base, Garofano. Nuova S1, Bologna 2013

Ricamo Bandera

$
0
0

Il Bandera è un ricamo tradizionale piemontese risalente al XVII secolo i cui disegni si ispirano ai motivi ornamentali dell'arredamento barocco e rococò delle antiche dimore nobiliari. Le volute e i fregi delle tappezzerie e degli stucchi sono riportati sulla stoffa con stile e raffinatezza disegnando fiori (peonie, tulipani, rose, garofani) e frutti (limoni, arance, melograni, uva, ciliegie) che si alternano a figure antropomorfe o d'uccelli. Fanno da contorno nastri e cornici architettoniche che s'intrecciano, s'inseguono, dando al risultato finale una straordinaria leggerezza. Il nome del ricamo trae origine dalla tela usata come supporto. Il tessuto Bandera è nato a Chieri (TO) nel XV secolo, è di cotone operato con piccoli motivi regolari a rilievo: righe parallele o a nido d'ape, bianco o leggermente écru. Robusto ed economico, per secoli è stato utilizzato per le uniformi delle milizie e per la biancheria.
Si iniziò a ricamare il tessuto Bandera in occasione delle nozze di Carlo Emanuele II di Savoia con Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, la seconda Madama Reale, avvenuto nel 1665, quando le famiglie nobili piemontesi, volendo rinnovare gli arredi delle loro dimore ma trovandosi nella necessità di contenere le spese, foderarono poltrone, sofà, letti e baldacchini con il tessuto decorato di ricami policromi.

Libri
  • "Quel Ricamo d'Armonia". Famija turineisa: Regione Piemonte, 1994. Donatella Taverna
  • "La pittura ad ago in Piemonte. Il "Bandera"" - Margherita Goglino. Ananke Editore, 2002. 
  • "Il mio Bandera" - Gisella Tamagno, Torino 2007 
  • "Dipinti murali e pittura ad ago. Dimore dipinte di San Maurizio Canavese: spunti d'ornato per il ricamo Bandera" - Camilla Torre. Alinea editrice, 2007. 
  • Il ricamo Bandera. L'arte della pittura ad ago - Associazione Amici del Ricamo Bandera di Chieri, 2009 
  • Come ti insegno il Ricamo Bandera CD/DVD
NOTA Testo redatto da Anna Ghigo dell’ Associazione Amici del Ricamo Bandera, precedentemente pubblicato su TuttoRicamo.com, di cui questo blog è la continuazione.

Intaglio: come si rimedia agli sbagli

$
0
0
da L'Angolo di Stefania
Di uno sbaglio con l'intaglio, e del suo rimedio.
Questo è il titolo di un articolo che la nostra amica, nonché insegnate di ricamo, Stefania Bressan, ha pubblicato sul su sito "L'angolo di Stefania" ... sembra il titolo di un manuale di lavori del '500  ;o). 
Stefania fa vedere i possibili e numerosi sbagli che si possono commettere durante la lavorazione di un ricamo ad intaglioe come rimediare ... con tanta calma, tanta pazienza, e lavorando un punto alla volta. Ovvio no! ;o) :
  • quando si aprono piccoli varchi tra i punti,
  • le barrette allentate, ma non completamente staccate,
  • tagliare il punto festone,
  • il ricamo ceda senza essere stato tagliato.
Argh! mi sento male solo all'idea. Ma niente paura perché con la lezione di ricamo illustrata (con fotografie che si ingrandiscono meravigliosamente) e spiegata passo passo riuscirete a rimediare!

Trapunto Fiorentino: la coperta Guicciardini

$
0
0

riproduzione di Silvana Vannini della coperta Guicciardini 
immagine tratta da Italian Needlework

Un approfondimento storico (da uno studio di Pio Rajna).
Si sente spesso parlare della cosiddetta "Coperta Guicciardini", intendendo un pezzo tessile, lavorato a trapunto, raffigurante alcune scene della famosa leggenda di Tristano e Isotta, ritrovata a Usella e conservata attualmente nel museo fiorentino del Bargello. Si possono avere notizie dettagliate consultando il sito del Club del Punto in Croce.
Nel 1913, su "Romania" (reperibile integralmente sul sito del Catalogo digitale della Biblithèque Nationale de France) l'illustre filologo Pio Rajna ha scritto un lungo articolo che, analizzando le caratteristiche di questa coperta e della gemella, custodita al Victoria and Albert Museum, a Londra (ricercare "tristan quilt").
L'autore esegue un'analisi rigorosa del contenuto dei due manufatti e della tecnica utilizzata per realizzarli, riuscendo in questo modo a risalire al luogo e data di fabbricazione e alle circostanze che avevano portato alla commissione.
Pare che queste coperte siano state concepite per essere utilizzate nella stessa stanza, su due grandi letti gemelli, visto che la sequenza delle scene passa da una all'altra, per tornare alla prima e così via.
Ogni "casella", che racchiude una parte della storia, è illustrata da scritte eseguite con caratteri gotici, in dialetto siciliano, il che dimostrerebbe che queste coperte sono state eseguite in Sicilia, probabilmente su commissione di nobili toscani che avevano dei rapporti con l'Isola.
Dal tipo di caratteri usati e dalle caratteristiche della storia raccontata si è potuti risalire alla datazione, intorno alla seconda metà del XIV secolo.
In considerazione della datazione dei manufatti e del reperimento degli stemmi delle famiglie Acciaioli e Guicciardini, si deduce che la confezione probabilmente era stata ordinata da Luigi Guicciardini in occasione del matrimonio del figlio Piero con Laudomia Acciaioli, celebratosi nel 1395, e concepite per esaltare l'unione delle due nobili famiglie.
A prescindere dai contenuti, molto interessanti, mi sembra importante segnalare questo articolo come esempio del fatto che dei semplici manufatti artigianali, se analizzati con rigore e competenze culturali adeguate, possono portare fino ai giorni nostri degli importanti frammenti di storia. 

  • Intorno a due antiche coperte con figurazioni tratte dalle Storie di Tristano[Around two antique coverlets with figures from the Stories of Tristan]. Pio Rajna. In the philology journal: “Romania”, XLII, pgs. 517-579, Librairie Ancienne Honoré Champion Éditeur, Paris, France, October, 1913. 
NOTA: testo redatto da Silviaprecedentemente pubblicato su TuttoRicamo.com, di cui questo blog è la continuazione.

Una riproduzione della coperta Guicciardini è stata donata, da Silvana Vannini, al Museo Palazzo Davanzati di Firenze. Silvana Vannini  è una artista tessile, membro del Club del Punto in Croce, che ha riprodotto la coperta Guicciardini. Di lei e del suo lavoro potete leggere sul blog ItalianNeedlework e, per ulteriori approfondimenti sul restauro e la riproduzione della coperta, vi consiglio la lettura del catalogo della mostra La “coperta” Guicciardini.Il restauro delle imprese di Tristano  (Firenze, Museo di Palazzo Davanzati, 24 aprile-4 luglio 2010).
Potete inoltre ammirare alcune immagini della coperta conservata al Museo del Bargello di Firenze.

Filet in tondo

$
0
0
L'amore di Enza per il filet in tondo risale a molti anni fa e aveva condiviso la sua passione con le lettrici di TuttoRicamo. Ora Enza ha pubblicato un libro di cui proverò a fare la recensione pur non sapendo fare la rete; ci ho provato e più di una volta, ma mi ritrovo con le dita intorpidite e rigide e tutti i fili ingarbugliati! sigh!
“La rete in tondo, frattali e spirali di luce” è il sottotitolo dell’introduzione, non a caso, essendo l'altra autrice del libro, Carmela Tralli, laureata in matematica (merletto e matematica, un accostamento non di poco conto!) e rende perfettamente l'idea del filet lavorato in tondo.
Dopo alcuni cenni storici il libro continua con un capitolo dedicato alla realizzazione della rete con schemi a colori che ne illustrano i vari passaggi e alcuni capitoli che descrivono la tecnica di appretto, manutenzione e conservazione nonché i materiali occorrenti.
Si entra così nel vivo della tecnica per imparare a eseguire il filet in tondo, il tutto illustrato da immagini (a volte un pò piccole) che spiegano in dettaglio le varie fasi di realizzazione come l’avvio, la lavorazione a spirale e a cerchi concentrici, l’aggiunta di un nuovo filo, l’esecuzione di alcuni punti e come inserire le perline nella rete.
Una volta imparate le fondamenta della tecnica, troviamo gli schemi e le spiegazioni per l’esecuzione di venti progetti di difficoltà crescenti. Per ciascun progetto viene indicato, oltre al livello di difficoltà, il materiale occorrente, i consigli tecnici (es. maglie utilizzate, misure del manufatto ecc.) e lo schema per l’esecuzione. Quest’ultimo mi ricorda molto gli schemi per la realizzazione dei capi ad uncinetto con le abbreviazioni dei punti utilizzati nei diversi giri della lavorazione.
Se siete appassionate di filet e ne avete una certa pratica, questo libro vi sarà di aiuto per imparare la tecnica del filet in tondo e una fonte di idee e di ispirazione. A parte alcuni libri e riviste oramai introvabili, credo essere l’unica pubblicazione sull’argomento.

Filet in tondo. Enza Termine, Carmela Tralli Edizioni CORA 2013

Il settimo Libro del Punto Antico

$
0
0
E' uscito il settimo Libro del Punto Antico interpretato da Bruna Gubbini del quale, Annalisa nel suo blog ha fatto una breve recensione.
Il libro fa parte di una serie di magnifici libri, di cui potete leggere la recensione qui, dedicati al punto antico reinterpretato con infallibile buon gusto dall'autrice!

Il settimo Libro del Punto Antico interpretato da Bruna Gubbini. Edizioni Punto Antico 2013.

Il mio Bandera

$
0
0

Il volume è diviso in quattro sezioni: la prima percorre brevemente la storia del ricamo nel corso del periodo barocco, sottolineando i collegamenti tra il Piemonte e la Francia per quel che concerne il gusto estetico, e arriva a raccontare le motivazioni della nascita del Ricamo Bandera, il cui fascino deriva dal contrasto tra i materiali poveri con i quali viene eseguito (filati di lana su tessuto di cotone grezzo), scelti, dai nobili dell'epoca, con motivazioni prettamente economiche e il fasto, la ricchezza e l'eleganza dei soggetti e dei colori, degni di arredamenti reali. La sezione, inoltre, disegna brevi ritratti delle nobildonne che, nel corso dei secoli, hanno lasciato un segno nella storia del Bandera, fondando scuole e laboratori di ricamo dedicati a questa tecnica.
La seconda sezione è puramente didattica. Una serie di fotografie, accompagnate da dettagliate didascalie, illustrano il percorso esecutivo dei principali soggetti tipici del Bandera, accompagnando il lettore/esecutore in tutte le fasi della lavorazione, con particolare attenzione alla direzione e alla lunghezza dei punti in relazione all'effetto che si vuole ottenere, alla fusione tra un colore e l'altro e agli effetti di chiaroscuro. La terza sezione è una carrellata di fotografie di lavori eseguiti all'interno del mio laboratorio che hanno lo scopo di arricchire la sezione didattica con ulteriori spunti e di dare delle idee riguardanti l'applicazione del Ricamo Bandera sia in chiave tradizionale che in chiave moderna. In effetti, credo che, per non far "morire" le tecniche del passato, dopo averne conosciuto perfettamente la storia e la tecnica originaria, sia assolutamente necessario fare in modo che possano essere applicate a oggetti di uso comune, presenti in qualsiasi tipo di casa o di abbigliamento. Questo è possibile estrapolando dei particolari tipici della tecnica in questione e inserendoli in contesti grafici e cromatici diversi dall'originale eseguendo tagli asimmetrici dei tessuti, aggiunte di passamanerie, nastri, coccarde e tessuti fantasia, adottando un inusuale posizionamento dei disegni e quant'altro la fantasia possa suggerire. Qualcuno, più tradizionalista, potrà criticare questa mia opinione ma, in questo modo, il ricamo, Bandera e non, sarà apprezzato da un pubblico più vasto. La quarta e ultima sezione contiene alcuni disegni adatti a cuscini, coprisedie e paralumi che ognuno potrà eseguire seguendo i dettami della propria fantasia. 
Testo in italiano ed inglese. Per l'acquisto rivolgersi alla Associazione Culturale "Il quadrifoglio".

"Il mio Bandera", Gisella Tamagno. Torino 2007

NOTA redatto da Gisella Tamagno precedentemente pubblicato su TuttoRicamo.com, di cui questo blog è la continuazione.

Ricamo Estense: come si fa il punto bi-pechinese

$
0
0
Le bande divisorie del ricamo estense separano tra di loro i caratteristici motivi geometrici oppure li distanziano da quelli floreali o a tralci, creando motivo loro stesse.

parte di un coprimacchia eseguito da Emanuela – disegno di Elisabetta

Seguono le spiegazioni di una di queste bande dello spessore di ca. 5–6mm:
Punto bi-pechinese (è un’elaborazione del punto pechinese)



Sul segno del disegno, oppure seguendo il dritto filo, lavorare il punto indietro (mantenere i punti morbidi) prendendo 4 trame del tessuto.

Col secondo giro eseguire il punto pechinese su un lato entrando nei punti indietro del primo passaggio.



 
Girare il lavoro.
Col terzo giro ripetere il punto pechinese sull’altro lato entrando sempre nei punti indietro del primo passaggio.

 
Per rendere la banda divisoria più evidente, lavorare il punto erba (filo a sinistra) ai due lati, utilizzando un colore più scuro per creare l’effetto graffito, distanziandosi dal punto indietro centrale di tre trame.



Il punto bi-pechinese risulta molto decorativo e duttile e può essere utilizzato su svariati lavori. Eseguito tinta su tinta o con un leggero contrasto ha l’effetto di una passamaneria applicata.

Nel libro “Ricamo Estense – dal graffito ferrarese”, oltre alle necessarie indicazioni e alle spiegazioni dei punti utilizzati, è possibile seguire passo dopo passo diversi progetti di lavoro.

NOTA: Testo redatto da Elisabetta Holzer Spinelli dell’'Associazione Ricamarte, precedentemente pubblicato su TuttoRicamo.com, di cui questo blog è la continuazione.

Disegni di Trafori

$
0
0
Un vecchissimo libretto (in italiano) con una raccolta incredibile di disegni per il punto in aria! Dopo una breve introduzione storica, viene presentata una ricchissima panoramica di disegni  per inserti (quadrati, triangolari e circolari) e per bordi! Quasi tutti i disegni sono di tipo geometrico, alcuni sono molto piccoli (adatti anche come riempimenti per il reticello), altri sono più grandi, complessi ed elaborati, davvero speciali sono i disegni di due farfalle dalle leggerissime ali! La pubblicazione non propone istruzioni per il ricamo, ne' foto di campioni già eseguiti, ma offre una scelta di disegni davvero irripetibile! Questo libro può essere scaricato gratuitamente dal sito dell'Università dell'Arizona.
Una ristampa anastatica, elegantemente rilegato in tela rossa con scritte dorate e completata da spiegazioni suul'esecuzione, è stata pubblicata a cura dell'Edizioni Punto Antico. Una recensione del libro la potete leggere qui.
  • Disegni di Trafori [Openwork Designs], 1909, Ricci, Cleofe Mingarelli.

Trapunto fiorentino

$
0
0


Rosalba Pepi  insegna ricamo a Castiglion Fiorentino (AR) dove ha fondato la scuola “il LaboratorioTessile di Alice”.Ama studiare i vecchi ricami che ripropone in chiave moderna. Tra le varie tecniche di ricamo che ha studiato ed approfondito c’è il Trapunto fiorentino.

  
Come ti sei avvicinata a questa tecnica?

Mi sono avvicinata al ricamo “Trapunto fiorentino” con molta curiosità, l’idea del ricamo a rilievo mi affascinava ed apriva altre possibilità oltre la bidimensionalità con la quale ero solita confrontarmi; pensavo di utilizzare questa tecnica per realizzare ricami innovativi, invece mi ha conquistato la sua storia, il modo più antico di essere ricamata, la tecnica medievale rappresentata in modo sublime dalle “Coltri Guicciardini”.


Parlaci di questi manufatti medioevali e di cosa caratterizza questa tecnica?

Queste due coperte sono state ricamate alla fine del 1300 da ricamatori siciliani e da allora appartenute alla famiglia fiorentina Guicciardini, fino alla fine dell’’800 e inizio ‘900, quando sono state vendute, una al Museo V&A di Londrae l’altra al Museo Nazionale del Bargello a Firenze dove tuttora sono conservate.

L’origine è quindi siciliana quando i laboratori di questa regione i “TIRAZ”, erano il centro di produzione di ricami più importante del mediterraneo, raccoglievano influenza e manodopera dall’oriente e i sovrani vi commissionavano i lavori più preziosi.

Questa tecnica, comune anche ad altri paesi del bacino del mediterraneo, prevede l’imbottitura del decoro ed ottiene la duplice funzione di decorare in rilievo e tenere caldo. Questo è anche il motivo del suo successo in Europa dove il clima è anche più rigido; così ritroviamo la lavorazione del trapunto nei secoli successivi, non solo per le coperte ma anche per l’abbigliamento, sia maschile che femminile.

Per le “Coltri Guicciardini” sono stati utilizzati due tipi di filo: uno bianco naturale per il fondo, l’altro marrone in contrasto con il tessuto, per evidenziare i particolari delle scene.

Infatti queste coperte oltre al valore decorativo è affidato anche un compito narrativo: di raccontare ed esaltare le gesta cavalleresche di Tristano, identificandolo con un personaggio della famiglia Guicciardini. Così attraverso varie scene di cavalieri, di viaggi e di conquiste la storia ed il mito si confondono, l’amore contrastato tra Tristano e Isotta si sviluppa attraverso le immagini e le parole ricamate sulla tela.
I particolari sono estremamente curati pur nella loro ingenuità, la tecnica esecutiva richiede disegni stilizzati e pochi tratti di filza colorata rendono in modo realistico un movimento o l’espressione di un viso; semplici decorazioni servono ad arricchire i finimenti di un cavallo indicando la nobile origine del suo cavaliere.

da "Ricami Italiani Antichi e Moderna" 
di Elisa Ricci, 1925

da "Ricami Italiani Antichi e Moderna" 
di Elisa Ricci, 1925
Strategici e molto decorativi sono i tralci inseriti negli spazi fra una scena e l’altra: tralci di roselline a sei petali, di quercia o di vite che hanno un motivo funzionale, di riempimento di spazi vuoti, ed uno simbolico di sentimenti fermi e cristianità.

La tecnica esecutiva è un’impuntura che segue le linee del disegno, -filo di lino? marrone- e tiene insieme due tessuti di lino bianco naturale, all’interno dei quali è stata inserita della lana che conferisce il caratteristico rilievo alle figure. Il fondo delle scene è ulteriormente ricamato da una filza in tonalità con il fondo che, arricciando leggermente il tessuto, esalta la tridimensionalità dell’intero lavoro.


Ci sono altri manufatti lavorati a Trapunto fiorentino?

Andando avanti nel tempo, troviamo ancora esempi di ricami a Trapunto fiorentino, nei corredi del XX secolo e riguardano soprattutto la biancheria e l’abbigliamento da casa; colli e polsi di vestaglie da camera, in raso di cotone o seta hanno avuto larga diffusione tra gli anni ‘50 e ’60, accompagnate da buste portabiancheria, sempre in seta e preferibilmente colorata in rosa, verde o celeste, imbottita il più delle volte con lana colorata per differenziare i colori delle diverse zone ricamate.
Diverse le coperte ricamate nell’ultimo secolo sempre in seta e con doppio diritto, dove il gioco dell’imbottitura prende tutto il motivo, scompare la filza di fondo usata nella primitiva tecnica delle Coltri Guicciardini, l’aspetto è più morbido e lucente, vengono eseguiti disegni geometrici o floreali in linea con il gusto e i decori del periodo. La lavorazione di queste trapunte è diffusa nei laboratori intorno a Firenze ed ampia la loro produzione. 
Risale ai primi del ‘900 il lavoro di Albertina Sampietro Beccari che riprendendo la tecnica antica, ricamò una famosa coperta in cui sono riprodotti gli avvenimenti principali della Prima Guerra Mondiale; rifacendosi agli antichi modelli ha usato questo ricamo per narrare.

da "Ricami Italiani Antichi e Moderna" 
di Elisa Ricci, 1925

Parlaci ora dei risultati delle tue ricerche. 
Sono attratta dall’uso di questa tecnica per narrare. Il linguaggio proprio di questo ricamo è il bassorilievo, la rappresentazione, con un immediato effetto comunicativo. Proprio un bassorilievo ligneo trecentesco, “il ciclo dei mesi” del Portale della Pieve Vecchia di Arezzo, è stato di ispirazione al lavoro, eseguito dal laboratorio tessile di Alice, che ha portato alla realizzazione di una serie di 12 cuscini.  
A seconda del materiale utilizzato l’effetto cambia e la possibilità creativa si moltiplica. L’invito a provare la tecnica del Trapunto fiorentino è un invito ad un recupero culturale ma soprattutto all’uso di un ricamo libero ed insolito, dove la sensibilità personale ha grandi spazi di movimento. Nella figura seguente il laboratorio tessile di Alice interpreta il mese di Novembre, tratto da "Il ciclo dei mesi"

NOTA: testo redatto da Rosalba Pepi del Laboratorio Tessile di Alice precedentemente pubblicato (2006) su TuttoRicamo.com, di cui questo blog è la continuazione.

Libri
  • Trapunto fiorentino. Rosalba Pepi, Giunti Demetra 2008
  •  La “coperta” Guicciardini. Il restauro delle imprese di Tristano.Curatori:Rosanna Caterina Proto Pisani, Marco Ciatti, Susanna Conti, Maria Grazia Vaccari. 2010 Edifir Firenze
Multimedi
  • Trapunto e rinascimento fiorentino. Videocorso Lace project

Ars Panicalensis - Tecnica di Base

$
0
0
Il CD (e non DVD con lezioni filmate!) contiene, tutto ben descritto e fotografato: descrizione storica; corso diviso in regola del ripasso, righine punto indietro, cerchiello e nido d'ape, lezione punti base; foglie: istruzione per il ricamo e raccolta foto; garofano: istruzione per il ricamo e raccolta foto. Il CD è acquistabile direttamente da Paola Matteucci.

"Ars Panicalensis - Tecnica di Base" - CD di Paola Matteucci

NOTA la recensione si riferisce ad una edizione precedente al CD dell'immagine.

Punto Caterina de'Medici: come si fa

$
0
0
Il Piacere del ricamo
Come si fa a non seguire il blog Il Piacere del ricamo di Silvana Fontanelli e a non condividere i suoi post!
Eccomi quindi a suggerire alcuni "come si fa" sul Punto Caterina de'Medici che Silvana liberamente reinterpreta per realizzare un centrino:




Se volete saperne di più su questa tecnica di ricamo potete andare al nostro post "Punto Caterina de'Medici".

Trapunto fiorentino

$
0
0


Il trapunto fiorentino è un ricamo semplice da eseguire ma che richiede la conoscenza di alcuni trucchi del mestiere per un perfetta riuscita. Il libro di Rosalba Pepi, che di trucchi del mestiere se ne intende, spiega tutto quello che è necessario sapere per iniziare a ricamare.
Più che un libro è un manuale, formato da una sessantina di pagine e, come tutti i manuali che si rispettano,  i primi capitoli sono dedicati alla descrizione della tecnica, dei materiali e degli strumenti. Prima di addentrarsi nell’esecuzione del ricamo, Rosalba dedica un capitolo alla scelta del disegno più adatto a essere realizzato a trapunto fiorentino. La tecnica utilizzata per il ricamo vieni illustrata da grandi e chiare immagini dalle quali si capisce, senza dover sforzare la vista, come procedere nel lavoro. Un intero capitolo è dedicato alla confezione dei manufatti nel quale vengono spiegati i principali punti di rifinitura degli orli e il procedimento per abbellire il lavoro finito.
I vari passaggi per la realizzazione di tredici manufatti, contenuti nella seconda metà del libro,  sono esposti e illustrati con chiarezza: partendo da lavori più semplici fino a quelli più complicati, alcuni con disegni tradizionali, altri di interpretazione contemporanea, ma tutti di indubbio gusto come nello stile di Rosalba.
Trovo questo manuale adattissimo a chi si avvicina per la prima volta al trapunto fiorentino ma anche a chi è più esperto ma vuole sperimentare materiali e disegni diversi.  
Da quello che sono è l'unico libro che  spiega il Trapunto fiorentino (o mi sbaglio?)!

Trapunto fiorentino. Rosalba Pepi,Giunti Demetra - 2007

Ricamo su tulle: come si fa – disegni

$
0
0
Il ricamo su tulle ebbe una notevole diffusione nel XIX secolo e si ritrova in parti di Italia sia come parte di costumi tradizionali sia nelle lavorazioni di laboratori di ricamo. Il ricamo su tulle si esegue imbastendo il tulle su un doppio supporto costituito da carta oleata (disegnata) e carta da pacchi. Si ricama poi ad ago con punti filza e differenti retini, per produrre effetti di vuoti / pieni e chiaroscuri. I soggetti privilegiati dell'Ars Panicalensis sono fiori, medaglioni a retina, uccelli del paradiso, volute barocche.

In rete abbiamo trovato dei disegni di ricamo su tulle  e ricami facenti parte della collezione del Museo delle Arti Monastiche di Serra de' Conti (Ancona) alle quali vi potete ispirare per i vostri lavori.

Come si fa il gigliuccio da diritto e da rovescio

$
0
0
Una sfilatura antica ma sempre attuale. Il gigliuccio lo ritroviamo come elemento a se nelle sfilature o come parte di una tecnica come il punto antico. Essendo così diffuso non sorprende come ci siano numerosi modi di eseguirlo. In questo post ho voluto riportare dei "come si fa" pubblicati sul blog Italian Needelwork ... in inglese ma con molte immagini!
Il post "Il Gigliuccio - come si fa" spiega come preparare la sfilatura del tessuto, eseguire la prima riga di punto quadro e il gigliuccio dal diritto.
Questo post spiega come fare il gigliuccio e contemporaneamente fissare l'orlo. Il ricamo deve essere eseguito dal rovescio: preparare la sfilatura, imbastire l'orlo e ... seguire le immagini.
Ora non vi resta che ricamare la seconda parte del gigliuccio dal rovescio!

Non vi siete annoiate, non ne avete avuto abbastanza e volete avere altre informazioni sul gigliuccio, fate una ricerca sul web ... troverete ispirazione per i vostri lavori!

Se ancora non ne avete avuto abbastanza ;o) lasciate un vostro commento chissà se scopriamo altri modi di ricamare il gigliuccio!!!

Trapunto e rinascimento fiorentino

$
0
0

Il DVD di Lace Project, avvalendosi dell’esperienza della maestra fiorentina Adriana Armanni della scuola Arte e Pensieri, espone come realizzare uno splendido cuscino portafedi con la tecnica del trapunto fiorentino. Viene spiegata, nei primi 45 minuti del DVD (il resto del DVD è dedicato al rinascimento fiorentino), la tecnica tradizionale che utilizza tessuto in seta e lana colorata per l’imbottitura.

Trapunto e rinascimento fiorentino - Lace Project

Ars Panicalensis. Il museo del Tulle "Anita Belleschi Grifoni" di Panicale

$
0
0
La prima metà del libro, dopo brevi cenni storici su Panicale, descrive il ricamo su rete e su tulle in Europa ed in Italia, e narra la storia del Collegio delle Vergini (monastero che teneva ragazze in educandato e dove si insegnava a ricamare). Racconta della vita di Anita Belleschi Grifoni e di come abbia fondato la scuola di Ars Panicalensis. Dopo la parte storica, la prima parte del libro prosegue con la descrizione della tecnica suggerendo i materiali, i filati ed i colori da utilizzare e la preparazione del ricamo e  i punti base utilizzati (l'uno, il due, il contorni, il ripasso, la venatura delle foglie, il tralcio e lo stelo, le righine, il punto indietro, retina a nido d'ape ed a rombini ecc.). Vengono inoltre descritte come realizzare alcune figure (il garofano a punto indietro, la rosa con cerchielli, fiore a nido d'ape) e la rifinitura esterna - il birello. 
La seconda metà del libro è un catalogo di splendidi lavori e vi è in appendice un articolo su: Gli Ermitani. Il Convento e la Chiesa di S. Agostino. La Compagnia della Frusta o della SS. Annunziata di Panicale.

In italiano ed in inglese.

"Ars Panicalensis. Il museo del Tulle "Anita Belleschi Grifoni" di Panicale" a cura di Sabrina Caciotto, Paola Matteucci e Giuliana Nagni. Luglio 2004.

Punto antico: come si fa – disegno

$
0
0

Per le nostre appassionate lettrici un disegno omaggio da ricamare a punto antico.



NOTA ringraziamo Donna Lucrezia per aver offerto questo disegno, precedentemente pubblicato su TuttoRicamo.com, di cui questo blog è la continuazione.

Trapunto Fiorentino: come si fa

$
0
0

Il trapunto fiorentino è un tecnica piuttosto semplice che richiede l’utilizzo di due tessuti sovrapposti tenuti insieme dal ricamo. Si possono realizzare innumerevoli manufatti come cuscini, coperte, bordi per vestaglie da camere, mantovane, ma tutte necessitano di essere foderate sul rovescio.

Dopo aver riportato il disegno sulla stoffa, si procedere a unire i due tessuti con una imbastitura. Con il filo scelto per il ricamo si esegue una filza a piccoli punti regolari lungo il contorno del disegno. Una volta terminato il ricamo si procede all’imbottitura.
Qui trovate un mini corso di trapunto fiorentino in sei parti:
  • 1 parte: introduzione alla tecnica e ai materiali con cenni storici e alcuni lavori realizzati
  • 2 parte:gli strumenti, il tessuto e i filati, i punti utilizzati e un disegno
  • 3 parte: trasferimento del disegno sul tessuto
  • 4 parte: imbastitura e montaggio su telaio
  • 5 parte: avvio del lavoro
  • 6 parte: la filza di controno
Sicuramente vi siete fatte una idea. Ora prima di mettervi a lavoro fatevi ispirare dai magnifici lavori di Rosalba Pepi.

Il ricamo su Tulle. Biblioteca DMC

$
0
0
Manuale pratico del 1905 (circa) nello stile delle pubblicazioni della DMC. Ha una parte introduttiva che descrive i diversi tipi di tulle (disponibili all'inizio del '900 ma credo ora introvabili) e l'esecuzione dei punti di ricamo. Seguono numerose tavole con una carrellata di motivi ricamati in cotone, line seta e lana, sia bianco su bianco che colorati.
Ottimo come ispirazione per mani già esperte.

Pubblicato in francese, inglese, tedesco (cercare Die TullStickerei) ed italiano.

Il ricamo su Tulle. Biblioteca DMC Ricamo su Tulle, Il I Serie
Viewing all 127 articles
Browse latest View live