
Il museo è all'apparenza minuscolo, ma merita una visita dettagliata perché è ricchissimo di capolavori da osservare con la lente di ingrandimento (messa a disposizione dei visitatori): un punto pittura che sembra davvero dipinto, con sfumature, giochi di luci e ombre, lucentezza e opacità…
Questo ricamo veniva eseguito dalle ricamatrici su tessuto sul quale erano riportati solo i contorni delle figure, mentre la “tridimensionalità” veniva creata con immensa bravura seguendo i disegni (spesso dipinti su tela) eseguiti da affermati artisti locali.
Le figure ricamate sono molto spesso estremamente complesse (una coppia a cavallo, una lepre catturata in una trappola…), per ciascuna di esse viene proposto il dipinto e l’esecuzione ricamata e ci si stupisce di cosa sia possibile fare con l’ago e un filo (sottilissimo) di seta! Si dice che Don Mazza in persona si prendesse l’onere di verificare che nei ricami non ci fossero fili posizionati in maniera scorretta: in questo caso, tagliava il filo “incriminato” e faceva rieseguire il lavoro perché anche un solo filo posizionato male poteva compromettere l’effetto finale del ricamo. Con questa tecnica è stato eseguito il famoso Paramento di Don Mazza, oggi conservato ai Musei Vaticani, donato da Don Mazza alla corte imperiale di Praga e, da qui, inviato come dono al Papa Pio IX. Del paramento sono visibili i disegni a colori e alcune delle tavole che sono servite come “guida” per ricamare le figure, alcune di queste tavole sono esposte nella sala dedicata al ricamo, altre nella cappella dell’Istituto. Nella sala del ricamo sono anche esposte alcune campionature ricamate e le matassine di filo di seta utilizzate per la realizzazione dell’opera che ha richiesto per 15 anni il lavoro di almeno una quindicina di ricamatrici. Queste ricamatrici hanno “lasciato il segno”, oltre che nel ricamo, anche sul retro delle tavole a cui si sono ispirate: infatti il retro delle tavole riporta i loro nomi, alcune date e, a volte, delle frasi…
Pur essendo il Paramento l’oggetto “centrale”, la sala del ricamo contiene altri pezzi davvero notevoli, tra i quali vale senz’altro la pena segnalare i ricami in bianco su tulle, alcuni fazzoletti da sposa riccamente ricamati a retini microscopici, esempi di ricamo in oro nei quali perfino il tessuto di fondo è interamente ricoperto dal ricamo, un sampler a punto croce esposto in modo da vedere anche il retro, eseguito tutto a quadratini e con la “firma” della ricamatrice eseguita con una serie di retini microscopici (occhio algerino) lavorati su un solo filo di tessuto.
Nella stessa sala c’è poi una intera vetrina dedicata ai fiori di seta, tanto belli da sembrare veri mentre un angolo illustra la coltivazione dei bachi da seta e la produzione della seta.
Siamo quindi passate in una seconda stanza, nella quale due vetrinette mettevano in mostra una quantità e varietà incredibile di oggetti (ferri da stiro, fuselli, una macchina da cucire che sembra un giocattolo...) e lavori (essenzialmente campionature di ricami, pizzi a fuselli, a macramè e uncinetto ed un lunghissimo sampler dedicato ai punti della maglia)!
Presso il museo è possibile acquistare la bellissima pubblicazione "Il paramento Don Mazza" che illustra nel dettaglio la storia dell’Istituto, la lavorazione della seta e la storia completa del paramento, con una grande ricchezza di immagini.
La visita al Museo si effettua su appuntamento. Informazioni sull'Istituto, sul fondatore, sul museo e sulle attività in corso.NOTA I ricami fotografati in questa pagina sono stati gentilmente messi a disposizione da Italian Needlework